COMUNICATO STAMPA n. 535/20 G.M. del 29.07.20
Programma di Intervento P.I.P.P.I. 9 per prevenzione istituzionalizzazione dei minori. Approvata convenzione tra Regione Umbria, Comune di Orvieto e Comune di Perugia
(ON/AF) – ORVIETO – Il Comune di Orvieto, capofila della Zona Sociale n. 12, è stato ammesso al finanziamento a seguito della candidatura alla sperimentazione, nelle annualità 2020/2022, del programma P.I.P.P.I. 9 per la prevenzione dell’istituzionalizzazione dei minori, per il quale la Zona Sociale ha ricevuto un finanziamento pari ad 31.200,00 Euro. In tal senso, la Giunta Comunale ha approvato la relativa convenzione tra la Regione Umbria, il Comune di Perugia e il Comune d Orvieto.
Il Programma P.I.P.P.I. è il risultato di una collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova, i Servizi sociali e di protezione e tutela minori, come le cooperative del privato sociale, alcune scuole ed alcune ASL che gestiscono i servizi sanitari degli enti locali coinvolti.
Il progetto intende creare un raccordo tra istituzioni diverse – Ministero, Università, Comuni – che condividono la stessa mission di promozione del bene comune, oltre che tra professioni e discipline degli ambiti del servizio sociale, della psicologia e delle scienze dell’educazione, che solo unitamente possono fronteggiare la sfida di ridurre il numero dei bambini allontanati dalle famiglie.
Il Programma persegue la finalità di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti, al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare d’origine, articolando in modo coerente fra loro i vari ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei bambini che vivono in queste famiglie, tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l’analisi e la risposta a questi bisogni.
“L’obiettivo primario – afferma l’Assessore alle Politiche Sociali, Angela Maria Sartini – è quello di aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo, secondo il dettato della Legge n. 149 del 28 marzo 2001. Negli ultimi decenni l’attenzione ai temi della protezione e cura dell’infanzia e dell’adolescenza è molto cresciuta ed è venuta via via rafforzandosi una forte sensibilità da parte dell’opinione pubblica tesa a far emergere le situazioni di maltrattamento e trascuratezza dei bambini e dei ragazzi, accompagnata da una cospicua produzione normativa a livello nazionale e regionale che ha definito i percorsi di tutela e presa in carico”.
“All’interno di questo contesto – aggiunge – P.I.P.P.I 9 è un programma che ha come finalità principale la ‘protezione della relazione genitore-figlio’ attraverso la sperimentazione e l’implementazione di un programma multidimensionale specifico per rispondere ai bisogni delle famiglie fragili basato sulle risorse loro e del loro ambiente vitale, adottando la prospettiva della resilienza.
Si tratta di definire e sperimentare un protocollo di intervento che mira a costruire, in alternativa all’allontanamento del bambino, e soprattutto preventivamente ad esso, un progetto di intervento intensivo e integrato fra organizzazioni e professioni, che permetta a queste famiglie di affrontare progressivamente i loro problemi, assumere le proprie responsabilità, migliorare le competenze genitoriali e la qualità delle proprie relazioni familiari e sociali, divenendo protagoniste del progetto di intervento che le riguarda”.
L’esperienza propone linee d’azione innovative nel campo del sostegno alla genitorialità vulnerabile, scommettendo su un’ipotesi di contaminazione fra l’ambito della tutela dei “minori” e quello del sostegno alla genitorialità. In questo senso, si colloca all’interno delle linee sviluppate dalla Strategia Europa 2020, per quanto riguarda l’innovazione e la sperimentazione sociale come mezzo per rispondere ai bisogni della cittadinanza e spezzare il circolo dello svantaggio sociale.
L’acronimo P.I.P.P.I. intende rifarsi al personaggio televisivo di Pippi Calzelunghe, figura simbolica che esprime le infinite potenzialità dei bambini e le capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà, grazie anche al sostegno delle reti sociali e dei legami affettivi, che può permettere loro di arrivare ad un recupero nelle situazioni di vulnerabilità familiare.
Ulteriori informazioni
Ultimo aggiornamento