COMUNICATO STAMPA n. 793/22 G.M. del 17.10.22
Presentazione del libro “I conti di Montemarte: vicende e orientamenti di un lignaggio orvietano, dalle origini alla fine del secolo XIV” di Sandro Tiberini – Sabato 22 ottobre h 17, presso il Centro Culturale Ricreativo di Corbara
• L’autore dialogherà con l’Arch. Raffaele Davanzo, presidente dell’ISAO
(ON/AF) – ORVIETO – 17.10.22 – Per iniziativa della Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto” e dell’Associazione culturale “Il Giglio” di Corbara, Sabato 22 ottobre, alle ore 17, nella sede del Centro Culturale Ricreativo di Corbara, sarà presentato il volume del Prof. Sandro Tiberini “I conti di Montemarte: vicende e orientamenti di un lignaggio orvietano, dalle origini alla fine del secolo XIV”, edito dal Centro di studi internazionali “Giuseppe Ermini” e UniversItalia, con la prefazione di Sandro Carocci, professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università di Roma Tor Vergata.
L’autore dialogherà con l’Arch. Raffaele Davanzo, presidente dell’Istituto Storico Artistico Orvietano.
Il nobile lignaggio orvietano dei conti di Montemarte, che a partire dai primi del Trecento si divise nei rami di Corbara e di Titignano, viene presentato sia nelle sue vicende, complesse ma non di rado avvincenti e soprattutto inestricabilmente intrecciate a quelle della comunità orvietana, sia nelle modalità con cui si esercitò il suo dominio in un territorio che arrivò a spaziare dalla valle del Chiani a quella del Tevere. Infatti, nonostante nel 1290 avessero alienato il castello di Montemarte al comune di Todi, essi mantennero comunque il dominio di Corbara, Titignano, Castel di Ripe e di parte di Prodo; per di più nel corso del Trecento acquisirono Fabro, Castellorvetano, Camporsevoli, Salci, Lipraga, Cetona e parte di San Casciano, insieme a Monteleone e Montagabbione, cui si aggiunsero Tor di Monte, Benano e Piansano.
Da questa narrazione, nel volume emerge anche prepotentemente il ruolo centrale che, soprattutto nel corso del Trecento, i membri di esso ricoprirono negli eventi spesso tempestosi e tragici che caratterizzarono la storia non solo della città di Orvieto, ma anche dell’Italia centrale. Il riferimento è in primo luogo al conte Ugolino di Petruccio di Montemarte-Corbara, pilastro del guelfismo e braccio destro dell’Albornoz nella sua opera di recuperatio del potere pontificio: grazie alla stima ed alla fiducia che il cardinale spagnolo ripose in lui, il Montemarte fu tra l’altro rettore del ducato di Spoleto e venne nominato dall’Albornoz stesso suo luogotenente generale quando egli si trattenne per quasi un anno nel regno di Napoli (1365). Al fianco di Ugolino vi è il fratellastro Francesco, alter ego e successore di lui quando alla sua morte, avvenuta nel 1388, egli, come capo della fazione Mercorina, dovette sostenere con le armi gli interessi del papato romano contro i Cervareschi, leaders della parte Muffata. Oltre a ciò Francesco ha lasciato uno dei testi cronachistici più significativi ed originali prodotti nel tardo medioevo, costituente oltretutto una delle fonti storiche più importanti per ricostruire gli eventi tumultuosi che caratterizzarono la storia dell’Italia centrale nel corso del secolo XIV.
Sandro Tiberini, dopo essersi laureato in filosofia presso l’Ateneo perugino, ha svolto attività di docenza prima come titolare di materie letterarie nelle scuole medie inferiori, e poi di filosofia e storia nei licei. Parallelamente ha coltivato ed attualmente coltiva il suo interesse appassionato per gli studi storici. Dopo aver conseguito nel 1991 il dottorato di ricerca in storia urbana e rurale con una tesi sulle origini e le dinamiche evolutive del fenomeno signorile nell’Umbria settentrionale, continua tuttora a portare avanti tale indagine, anche estendendola ad altri ambiti territoriali. Nel contempo ha allargato i suoi interessi ai ceti dirigenti, in generale e osservandoli sotto particolari sfaccettature (linguaggio araldico, torri urbane…), come pure alla vita economica e istituzionale delle comunità rurali.