Fondazione Museo Claudio Faina: Consiglio Comunale autorizza alienazione immobile di Villa Montiolo

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Fondazione Museo Claudio Faina: Consiglio Comunale autorizza alienazione immobile di Villa Montiolo

COMUNICATO STAMPA n. 607/20 C.C. del 27.08.20 
Comune di Orvieto autorizza alienazione di Villa Montiolo nel comune di Castel Giorgio da parte della “Fondazione per il Museo Claudio Faina”. I proventi finalizzati al potenziamento del Museo 
• Autorizzata la permuta di terreni e relitti stradali tra i due Comuni  
(ON/AF) – ORVIETO – Nella seduta odierna, il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità dei presenti la permuta, senza conguaglio, fra i Comuni di Orvieto e Castel Giorgio di terreni e relitti stradali che fanno parte del complesso immobiliare di Villa Montiolo situata nel territorio comunale di Castel Giorgio rispetto alla quale, il Consiglio ha poi approvato a maggioranza (8 favorevoli, 3 contrari: Barbabella, Germani, Giovanni) l’autorizzazione all’alienazione, autorizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
In sostituzione del Vice Sindaco e Assessore al Patrimonio, Angelo Ranchino, i due atti, che integrano il Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni Immobiliari approvato dal Consiglio lo scorso giugno, sono stati illustrati dal Sindaco, Roberta Tardani la quale, rispetto al primo atto, ha parlato di “formalizzazione della permuta, avente un valore equivalente di 960 euro, che riguarda i terreni di proprietà del Comune di Orvieto che saranno acquistati dal Comune di Castel Giorgio e che, di fatto, da anni sono già a servizio dello stadio comunale ‘Vince Lombardi’ che è adiacente, nonché dell’acquisizione da parte del Comune di Orvieto dell’area del relitto della vecchia strada Castel Giorgio-Bolsena che attraversa la proprietà di Villa Montiolo, area di proprietà del Comune di Castel Giorgio”. “La permuta – ha precisato – è funzionale alla vendita di tale complesso edilizio”.
Nel breve dibattito che ha preceduto la votazione, il Cons. Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”) ha espresso il voto favorevole alla permuta perché “si va a definire un aspetto che da anni doveva essere sistemato e perché nell’art. 3 dello Statuto della Fondazione Claudio Faina è permessa l’effettuazione di permute con il proprio patrimonio”. Il Cons. Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”) ha detto che “la permuta è condivisibile perché è una cosa logica che non costituisce diminuzione di patrimonio ed è fatta a valori pressoché identici”. Anche il Cons. Federico Giovannini (Gruppo “Partito Democratico”) si è detto “favorevole alla permuta che da tempo doveva essere risolta e lo Statuto della Fondazione va in questa direzione”. Il Cons. Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) ha annunciato il voto favorevole precisando però che “l’atto è funzionale al punto successivo relativo alla vendita del complesso di Villa Montiolo”.
Dopo la prima votazione, il Sindaco, Tardani ha illustrato la delibera per l’autorizzazione alla vendita del complesso immobiliare di Villa Montiolo di proprietà del Comune di Orvieto e della Fondazione Faina, costituita nel 1957 per fare in modo che potesse essere gestito anche il Museo Civico Faina che ancora oggi è tra gli principali attrattori culturali della città ed il patrimonio rustico, urbano e mobiliare proveniente dall’eredità del Conte Faina con destinazione permanente al potenziamento del Museo. 
“Già nel 1989 quando la Fondazione si trovava in una situazione di squilibrio finanziario – ha detto – era stata chiesta l’autorizzazione alla vendita straordinaria del complesso di Montiolo insieme ad altri beni rustici situati nei territori di San Venanzo e Civitella dei Conti allo scopo di riequilibrare la situazione economico-finanziaria della Fondazione che si trovava nella impossibilità di garantire la finalità statutarie. L’allora Ministero dei Beni Culturali diede il nulla osta all’alienazione straordinaria di questo bene. Nel 1990, il Consiglio Comunale deliberà di delegare alla Fondazione per il Museo Claudio Faina l’attivazione della procedura amministrativa per l’alienazione della Villa con parco annesso approvando anche una nuova relazione di stima. Nel frattempo il bene rimase invenduto e nel 2008 il Consiglio Comunale approvò nuovamente il piano di vendita del compendio immobiliare di Villa Montiolo. Come è noto, con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, lo Stato, le Regioni e tutti gli enti pubblici territoriali devono sottoporre alla procedura di verifica di ‘interesse culturale’ ciascun bene immobile di proprietà che abbia più di cinquanta anni (dal 2011 settanta anni). In questo senso il Comune di Orvieto nel 2009 ha chiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali dell’Umbria tale verifica relativa all’immobile risalente alla seconda metà del Cinquecento che fu sede dei Conti Faina alla metà dell’Ottocento, e con decreto del 1° marzo 2010, rettificato con provvedimento del 16 luglio 2020 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali dell’Umbria ha dichiarato l’immobile di ‘interesse culturale’ per la conformazione architettonica e per l’importanza che assume nel contesto paesaggistico. Un bene derivato da trasformazioni della seconda metà del sec XIX con caratteristiche costruttive neomedievali ed elementi distintivi tipici di un castello e rimane pertanto sottoposto a tutte le disposizioni contenute nel Decreto Legislativo. Lo scorso 26 marzo l’Amministrazione Comunale ha chiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali dell’Umbria l’autorizzazione all’alienazione del complesso immobiliare che è pervenuta al Comune agli inizi di giugno 2020”. 
“Attualmente – ha aggiunto – la situazione della Fondazione Faina non è mutata, permane il forte squilibrio economico-finanziario che mette seriamente a rischio la possibilità di garantire l’apertura del Museo stesso ed il suo potenziamento secondo le finalità statutarie. Oggi c’è stata una proposta di acquisto del bene immobiliare ad un prezzo che, attraverso una perizia giurata, è stato definito congruo al valore definito del bene. Vendita che avverrà comunque con una gara ad evidenza pubblica necessaria per verificare l’eventuale presenza sul mercato immobiliare di altri soggetti interessati all’acquisto, fermo restando che l’acquirente che ha avanzato la proposta di acquisto avrà comunque diritto di prelazione. Si chiede quindi al Consiglio di autorizzare la vendita del bene”. 
“Le condizioni della Fondazione – ha concluso – sono note ed evidenti a tutti coloro che siedono in questo Consiglio Comunale, come sanno bene anche ai miei predecessori Barbabella e Germani che hanno fatto parte dei CdA della Fondazione, come oggi ne faccio parte io. Aggiungo che il nuovo CdA ha iniziato un processo di ristrutturazione finanziaria della Fondazione, attraverso: la razionalizzazione dei costi, la richiesta di fondi al Ministero dei Beni Culturali per le fondazioni culturali, la pianificazione di aperture straordinarie del Museo, la predisposizione di un piano industriale che dovrà essere rivisto per via dell’emergenza sanitaria in atto, il risanamento e la riqualificazione dell’offerta culturale complessiva nel convincimento che questa Istituzione cittadina debba aprirsi il più possibile per uscire da una crisi finanziaria annosa dando al Museo il respiro che merita”.
Dibattito: 
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”): “conosco bene la situazione del Museo e della Fondazione Faina, il bilancio consuntivo 2019 e preventivo 2020 vedono uno sbilancio di circa 200 mila Euro, una somma che per un ente come questo non appare gravissima. Inoltre reputo sbagliato fare un’operazione di rilancio dell’Ente mettendo in vendita il patrimonio immobiliare in un momento come questo dove, come tutti sanno, c’è stata una svalutazione immobiliare che ha colpito un po’ tutti a livello generale. Ci lascia perplessi anche la procedura a fronte di una offerta di acquisto già pervenuta da parte di un privato con il Comune che si è apprestato a far fare una perizia che giustificasse il prezzo proposto. Va considerato infatti che il valore è passato da 1 milione e 9 mila euro di qualche anno fa a circa 900 mila euro. Lo Stato poi ha messo a disposizione molti fondi, vedi ‘sisma bonus’ ed ‘eco bonus’, che potrebbero rientrare su questa tipologia di costruzioni. Quindi si rischia di alienare un patrimonio immobiliare dando al soggetto privato tutte le risorse necessarie dell’ordine del 110% per ristrutturare il bene stesso. Aspetti questi che ritengo vadano approfonditi per evitare una operazione troppo ‘a cuor leggero’. D’altra parte l’articolo 3 dello Statuto della Fondazione prevede esattamente la permuta fra patrimoni e non l’alienazione, un principio che non andrebbe superato. Dal bilancio preventivo 2020 della Fondazione non si evince assolutamente che cosa si vuol fare con questi soldi. Il Sindaco ci dice che servono per ripianare il bilancio dell’Ente ma fra quello che è lo sbilancio di 200 mila euro e il valore di 900 mila euro del bene c’è una importante differenza che andrebbe spiegata. Ci dice anche che la Fondazione sta facendo un grande piano di sviluppo e di rilancio ma questo Consiglio Comunale non è stato ancora messo a conoscenza di nulla. Mi permetto di ricordare che una delle idee su cui lavorava il precedente Presidente della Fondazione, Concina che va ringraziato, era quella di aumentare le presenze all’interno del Museo Faina che è uno dei musei che ha la minore presenza di visitatori all’anno, nell’ordine di 12 mila / anno a fronte di musei che sulla stessa piazza hanno numeri almeno sette volte più grandi. Il punto è proprio questo: aumentare le entrate dell’Ente e non ricorrere alle alienazioni del patrimonio, che oggi si potrebbe mettere a valore anche attraverso la valorizzazione pluriennale e mantenendolo sempre integro all’interno della Fondazione per oggi e per il futuro. L’alienazione appare quindi l’ultima ratio”.
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “alcune delle affermazioni dall’articolato intervento del Consigliere Germani a mio parere sono deboli, perché innanzitutto la Fondazione Faina ha una personalità giuridica diversa dal Comune di Orvieto. Oggi, questa Fondazione ha difficoltà finanziarie importanti e da anni si sta portando avanti l’alienazione di un bene che è in totale fatiscenza ma in una collocazione bellissima. Nel corso di oltre trent’anni da parte dell’Ente Faina, che oggi naviga in cattive acque finanziarie, e del Comune che di fatto è proprietario, ci sono stati ripetuti percorsi per cercare di alienare quell’immobile ma non ci siamo mai riusciti. Ora, attraverso una procedura legittima e documentata e in presenza di una perizia giurata che è congrua rispetto al valore del bene, seppure in presenza di una svalutazione del patrimonio immobiliare generale che è innegabile, si è proposto un soggetto intenzionato all’acquisto, per queste ragioni mi sembra doveroso consentire alla Fondazione Faina di poter effettuare l’operazione. Oggi, con un progetto di riqualificazione e ristrutturazione del Museo che è in corso d’opera, e con la valorizzazione del lascito testamentario è possibile raggiungere risultati apprezzabili. Va fatto un plauso al Comune che attraverso procedure legittime e chiare ha aperto questa possibilità”. 
Cons. Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli orvietani”): “articolo il mio intervento su tre aspetti: formale, sostanziale e uno di significato politico. L’aspetto formale è dato dal fatto che l’art. 3 dell’atto costitutivo della Fondazione letteralmente recita: ‘…lo stesso Comune dichiara il Museo Claudio Faina appartenente al demanio del Comune di Orvieto e conseguentemente dichiara i beni rustici ed urbani a perpetuo servizio di detto Museo in quanto destinati in perpetuo al raggiungimento dei fini di pubblico interesse del Museo Claudio Faina. Li dichiara ‘comunque’ inalienabili e permanentemente destinati al potenziamento del Museo Claudio Faina e permanentemente in gestione della Fondazione stessa. Quindi non si può vendere! Mi auguro che venga chiarito come sia stato superato questo aspetto che dice che i beni sono inalienabili e sono finalizzati al potenziamento dei due musei che hanno un valore educativo. La Fondazione è stata costituita per educare i giovani! Che si vada ora all’alienazione di una parte rilevante di questo patrimonio per il risanamento del bilancio desta profonde perplessità e sarebbe necessario andare a vedere come si è costituita questa situazione in trenta anni. Andare ad una decisione di questo tipo senza un approfondimento serio del Consiglio Comunale rimanda alla richiesta più opportuna di rinviare questa decisione e chiedere alla cortesia del Presidente della Fondazione di riferirci circa la situazione di bilancio e come verranno utilizzati questi fondi, ovvero quali sono i progetti di sviluppo del museo. Abbiamo il diritto e il dovere di chiederlo perché stiamo amministrando beni pubblici. Nel merito della relazione tecnica sulla perizia di valutazione dell’immobile si capisce che il tecnico ha lavorato coscientemente ma lo stesso tecnico dice quali sono le condizioni di valutazione in questo periodo, che sono molto aleatorie senza punti di riferimento. Quindi vendiamo un bene con una valutazione che in realtà si schiaccia sull’esigenza del privato di acquistare ad un certo prezzo. Trovo tutto questo irrituale. Da ultimo c’è la questione della strategia delle vendite che sembrava chiusa e invece la riapriamo per risolvere i problemi? Come è possibile? Con questo sistema pur di risolvere qualche problema immediato si svenderà l’ex ospedale e poi l’ex caserma a prezzi di mercato stracciati? La politica delle svendite è pericolosa perché non mette in gioco la capacità di risolvere i problemi tramite investimenti e i progetti di sviluppo. Che cosa impediva e che cosa impedisce di pensare il valore complessivo del patrimonio del territorio attraverso un progetto di sviluppo coordinato con i Comuni a valere sulle risorse che lo Stato mette a disposizione, e per esempio nell’ambito delle politiche delle Aree Interne? Perché non proviamo a rovesciare il modo di ragionare? Dove era tutta questa urgenza di decidere prima il 24 agosto poi spostando il 27 agosto una cosa di questo livello? Io propongo di sospendere, ragionare sul serio, invitare il Presidente della Fondazione di discutere con noi questa cosa e se, ci convinciamo saremo anche d’accordo, ma non diamo per scontato che siccome questo percorso è stato iniziato da trent’anni allora va concluso. Il punto è: come utilizzare questo patrimonio nel modo migliore senza diminuire il valore complessivo del patrimonio disponibile? La maggioranza si è messa d’accordo, ma almeno si sappia che ci sono delle voci che non lo sono. Io non sono d’accordo”.
Cons. Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “ascoltando gli interventi che mi hanno preceduto appare chiaro che c’è un intento dilatorio e ostruzionistico rispetto ad una pratica che risponde al criterio del fare. Questa Amministrazione mi piace perché sta affrontando i problemi anche annosi e li risolve decidendo di metterci un punto. Il Consiglier Barbabella ha sviluppato il suo ragionamento su tre livelli dimenticando però che, a livello giuridico-legale, c’è il parere del Mibact cioè del Ministero competente che individua nella vendita straordinaria l’alienazione di cui oggi si parla e quindi legittima tutta la procedura. Mi chiedo perché nel 2008 quando il Consigliere Barbabella, che già figurava in questa Assise, non si fece venire tutti questi scrupoli di natura giuridica e filosofica, posto che anche all’ora c’era l’articolo 3 dell’atto costitutivo della Fondazione che riproponeva lo stesso dettato normativo. Oggi ci siamo trovati di fronte ad una scelta: congelare ancora l’operatività di una Fondazione rispetto alla gestione di un Museo che, come è stato ricordato, è uno dei pilastri per il rilancio di una offerta turistica più articolata, ma che presenta uno sbilancio di 40 mila euro annui e un deficit pregresso per cui è nell’impossibilità di riprogrammare una ristrutturazione della Fondazione e del Museo che ne rappresenta un fiore all’occhiello, e di prevedere un piano di investimenti e di rilancio oppure assumere una decisione risolutiva. In linea con quello che hanno già fatto le Amministrazioni Comunali precedenti ci è stato chiesto di verificare se sul mercato ci potesse essere la possibilità di allocare il bene attraverso una alienazione volta a recuperare quelle risorse che possano garantire alla Fondazione piena operatività, un rilancio degli investimenti, la ristrutturazione dell’Ente e la possibilità di puntare su un Museo organico e di nuova offerta turistica che renda più attrattiva la piazza del Duomo. Se questo museo registra incassi inferiori ad altri sicuramente ci sono dei problemi che vanno affrontati, ma servono risorse. Oggi garantiamo a chi deve fare delle scelte una lucidità e una serenità finanziario-economica che in passato non ha mai avuto. Non possiamo aspettare come hanno fatto le passate Amministrazioni e vagheggiare di ridisegnare la valorizzazione di tutto il patrimonio pubblico che richiede anni. Tutto questo tempo non c’è. Ci siamo ridotti ad avere delle cattedrali nel deserto inutilizzate da tempo. Occorre aprire gli occhi! I bonus citati da Germani sono ancora molto aleatori perché mancano i disciplinari. Ridisegnare il patrimonio pubblico sarebbe auspicabile ma ci vuole tempo e, nel mentre, non si possono aprire i musei. Da qui emerge tutta la strumentalità del ruolo dell’opposizione. E’ ovvio che la perizia tecnica non può non tener conto degli indicatori attuali del mercato. Non prendiamo questa decisione a cuor leggero ma un amministratore deve saper decidere oggi e non aspettare altri venti anni, così deve poter sacrificare un bene per implementarne un altro. Non possiamo ancora restare nel limbo! Voteremo a favore convinti che quando nel tempo dai banchi della sinistra si alzavano le grida di dover puntare di più sulla cultura per essere competitivi nel mondo, ebbene oggi noi stiamo facendo una grande operazione che ridà futuro alla Fondazione Faina e accrescere l’offerta culturale. Da una parte c’è chi sbandiera dall’altra c’è chi fa”. 
Cons. Federico Giovannini (“Partito Democratico”): “mostro tutte le mie perplessità sulla procedura intrapresa e a chi dice che l’opposizione è solo ostruzionistica e che la maggioranza lavora al fare voglio replicare che questo fare non ci piace, noi non siamo d’accordo. Non siamo per le proposte, non vogliamo svendere il patrimonio che è stato già troppo svenduto nel 2011. Riconosco che ai consiglieri sono arrivati tutti i documenti necessari, ma riconosco che approvare ad agosto un atto che non è di poco conto. In altre parti d’Italia, sono stati valorizzati beni simili se non addirittura di minore importanza, semplicemente attingendo alle risorse provenienti da fondi ministeriali e governativi. La maggioranza aveva un anno di tempo, ma ha accelerato solo adesso questa partita. Secondo noi si poteva fare diversamente e meglio. Mi chiedo, se oggi il Consiglio Comunale votasse contro, ma non sarà sicuramente così, quali valutazioni sono state fatte anche nell’interesse del potenziale acquirente? Noi chiedevamo una valutazione migliore dei documenti e una nuova perizia più dettagliata e rendere più edotti i consiglieri che non possono essere chiamati ad accettare scelte frettolose. Il nostro non è ostruzionismo, che è altra cosa, vogliamo semplicemente cercare quali sono le soluzioni migliori per la città”.  
Replica del Sindaco: “galleggiare non è nelle prerogative dell’Amministrazione Comunale né del Consiglio di Amministrazione nuovo della Fondazione Faina. Il dato oggettivo è che oggi ci troviamo a dover vendere un bene che dal 1989 è stato messo in vendita, ma finora non si è stati nelle condizioni di risolvere un problema. Tanti i Sindaci che si sono avvicendati ma oggi ci troviamo nella condizione di chiudere il Museo e la Fondazione finisce oppure di vendere un bene assolutamente improduttivo, fatiscente che ha bisogno di centinaia di migliaia di euro per rimetterlo in piedi. E per farci cosa? Quale è l’alternativa? Fino ad ora non è stata trovata una soluzione e una destinazione a quel bene per renderlo produttivo e fare in modo che la Fondazione potesse trovare una propria strada? Perché? Perché non c’è stata la volontà di ristrutturare la situazione economico-finanziaria della Fondazione Faina! Fino ad oggi si è galleggiato ma questo atteggiamento non si sopporta più! Chiaramente la perizia giurata che stabilisce un quantum e che riflette la situazione di oggi. Si andrà ad una gara pubblica che essendo al rialzo potrebbe riservare qualche elemento migliorativo. Un ente come la Fondazione che ha una perdita di 50 mila euro l’anno come può potenziare, ristrutturare, valorizzare e comunicare il Museo? Non è stato mai chiesto un fondo pubblico, è stato fatto solo da un anno a questa parte, chiedendo l’accesso ai fondi per le fondazioni culturali. Nulla è stato fatto per valorizzare e far conoscere il Museo! Non è stato mai fatto un piano industriale e un piano colturale delle attività dell’azienda agraria che solo oggi viene fatto grazie alla nomina di un perito esperto della Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, un piano che concorrerà alla valorizzazione anche di questo aspetto del patrimonio della Fondazione Faina. La minoranza dunque sta ostacolando tutto questo perché sa che stiamo operando bene! Purtroppo la gestione della Fondazione, che ha maturato debiti nei vari decenni reclama interventi urgenti, e chiunque siede nei CdA deve fare come il buon padre di famiglia. Vedremo se il Presidente della Fondazione è disponibile ad una audizione posto che risponde al Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha autorizzato l’operazione. In conclusione non stiano facendo nulla di illegittimo”. 
Dichiarazioni di voto, Germani: “ascoltando la replica del Sindaco mi sono maggiormente convinto che occorre approfondire la questione e lo faremo nei prossimi giorni, anche perché il pronunciamento del Ministero è arrivato in pieno agosto, lo faremo anche sulla perizia e sul fatto che il bene fa parte dell’azienda agricola. Non è che con gli 800 mila euro si risolvono tutti i problemi della Fondazione. Dall’Amministrazione e dalla sua maggioranza non abbiamo ancora visto un progetto di valorizzazione del patrimonio culturale, perché sta solo cercando di arrabattarsi per svendere il patrimonio e i beni pubblici del Comune di Orvieto come ha già fatto in passato. Prendiamo atto di questo metodo”. 
Cons. Alessio Tempesta (Capogruppo “Progetto Orvieto”): “siamo consci che alienare un bene pubblico non sia sempre la soluzione migliore, ma siamo consapevoli che in un contesto di emergenza questi sono passaggi fondamentali dei quali dobbiamo assumerci la responsabilità. Resto perplesso quando dall’opposizione sento levate di scudi sulla legittimazione di questa pratica sapendo che ci sono tutti gli atti ufficiali autorizzativi e che nel CdA della Fondazione ci sono figure di assoluta responsabilità quali il Sindaco, il Vescovo, un rappresentante dell’Università, penso quindi che in passato questi CdA sono stati forse approcciati in modo superficiale. Mi chiedo perché non sono state mai fatte prima delle proposte per aumentare gli ingressi al museo o per valorizzare il castello di Montiolo che è fatiscente. Nessuna dietrologia quindi, ma dobbiamo affrontare una situazione non certo a cuor leggero, con la consapevolezza che è la sola strada da percorrere. Favorevoli”.
Sacripanti: “l’intervento del Sindaco è stato molto convincente e a tutto tondo quindi rafforza il mio pensiero e la mia posizione di voto. Vorrei sapere quanti orvietani conoscono Villa Montiolo e quanti si stracceranno le vesti se viene venduta, sapendo che questa operazione potrà rimettere in gioco interessi per l’economia della cultura di questa città, che è economia reale. Germani ha paventato i ‘misteri di agosto’ quando in realtà i Ministeri lavorano anche ad agosto! Saremo garanti del fatto che i soldi saranno investiti in una nuova offerta culturale e turistica”.
Barbabella: “dopo tutte queste lezioni sulla politica del fare sicuramente la mia sarà retorica, sicuramente una delle tante retoriche come quella della maggioranza, nulla di più. Il parere del Mibact non riguarda la legittimità di vendere il patrimonio, in realtà io ho chiesto di ritardare di qualche giorno per conoscere meglio alcune cose che non mi sono chiare. Non è una richiesta di rinvio sine die. Secondo noi le difficoltà della Fondazione non appaiono tali e si potevano affrontare in altro modo. La vera sfida da parte della Fondazione e di noi tutti è quella di ragionare non sulla svendita ma sulla valorizzazione! Basta con questa retorica del fare! Fare senza pensiero non è fare, è piuttosto andare avanti senza un metodo che è contrario agli interessi della città!”.
Olimpieri: “vorrei ricordare che il 13 agosto 2008 venne approvata in Consiglio Comunale la pratica urbanistica del Fanello che è ben altro di questo atto di alienazione. La permuta approvata poc’anzi è funzionale alla vendita che stiamo per votare. A me danno fastidio le insinuazioni che sono molto scorrette e gravi perché questa pratica è chiara. Un bene improduttivo per il quale sono andati deserti ben due bandi, oggi finalmente ha un potenziale acquirente, il tutto produrrà dei benefici per la continuità della vita della Fondazione Faina e per la realizzazione delle sue finalità nel campo della cultura”. 
 
 

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Ultimo aggiornamento
28/08/2020