Ferragosto al Museo “C. Faina” di Orvieto aperto dal 12 al 18 agosto con orario continuato
COMUNICATO STAMPA n. 584/19 G.M. del 12.08.19
Ad Orvieto l’archeologia non va in vacanza. Dal 12 al 18 agosto il Museo “Claudio Faina” propone Ferragosto al Museo
• Apertura con orario continuato, dalle ore 9.30 alle ore 18.00
(ON/AF) – ORVIETO – Per l’intero periodo di Ferragosto – da lunedì 12 a domenica 18 agosto, con orario continuato dalle 9.30 alle 18.00 – il Museo “Claudio Faina” di Orvieto resterà aperto.
Lo comunica la Fondazione Museo “Claudio Faina” che in questo modo, intende dare un contributo ad ampliare l’offerta turistica della città di Orvieto e a presentare il suo eccezionale passato etrusco.
La visita al museo consentirà di vedere da vicino alcune opere eccezionali: la cosiddetta “Venere” di Cannicella, il cippo conformato a testa di guerriero, i resti di una parte della decorazione in terracotta del tempio del Belvedere, il sarcofago da Torre San Severo e, ai piani superiori, una straordinaria raccolta di vasi attici a figure nere e rosse tra i quali spiccano tre anfore attribuite ad Exekias, vale a dire uno dei maggiori ceramografi attivi ad Atene.
Inoltre sarà possibile osservare un’interessante collezione di vasi realizzati in Etruria, tra i quali numerosi buccheri, e un ricco monetiere con monete romane di epoca repubblicana e imperiale.
“Una visita in queste giornate – fa sapere la direzione del Museo – sarà anche l’occasione per visitare la mostra Mario Schifano: visioni etrusche allestita all’interno del museo e che sta suscitando un interesse notevole (sino al 31 agosto). L’esposizione è incentrata sul rapporto tra il maggiore esponente italiano della popart e l’arte degli Etruschi: nel 1991, infatti, Mario Schifano realizzò il ciclo pittorico Gli Etruschi, costituito da opere di medio formato realizzate in tecniche miste su carta intelata. Il suo interesse si concentrò su alcune delle più celebri immagini del repertorio iconografico della pittura funeraria etrusca. Le rielaborazioni di Schifano riprendono scene o particolari (talora contaminandoli) desunti dalle antiche raffigurazioni parietali. La reinterpretazione di tali immagini proposta dall’artista in chiave pop si sostanzia in dinamiche figure dai colori sgargianti, emergenti da un fondo monocromo.
Ai quadri ispirati alle pitture funerarie si aggiungono quattro colorite riproposizioni di vasi antichi che, seppure non precisamente caratterizzati, sono tuttavia riconducibili a precise forme vascolari, nonché quella di un noto carrello funerario in bronzo da Tarquinia”.
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Ultimo aggiornamento
12/08/2019