Un obbiettivo che è stato raggiunto sia sul fronte dell’azzeramento del deficit con la conseguente uscita dell’Ente dallo stato di predissesto così come sancito e certificato dalla recentissima delibera n. 65 del 18 aprile scorso della Corte dei conti dell’Umbria, sia – come si evince dal rendiconto in approvazione oggi – rispetto alla ricostituzione puntuale di tutti i fondi di accantonamento necessari a soddisfare la nuova normativa della contabilità cosiddetta armonizzata.
A fronte di un risultato di gestione positivo di circa 11 mln abbiamo dovuto accantonare e vincolare risorse per oltre 13 mln. Si tratta del Fondo crediti di dubbia esigibilità relativo ai crediti non riscossi provenienti da esercizi passati e per lo più costituiti da recupero evasione, ritardati trasferimenti da altri enti (1,4 mln da SII) oppure riserve per vecchie cause giudiziarie ancora in corso (2 mln causa swap BNL).
Risorse ingenti al momento immobilizzate che sarebbero risultate ancora maggiori se in questi ultimi quattro anni non avessimo operato una robusta ripulitura del bilancio di una mole pesante di residui attivi di vecchia data e ormai resi inesigibili per il tempo trascorso e per l’inefficacia delle obbligazioni che stavano alla base di tali crediti”.
“Da ciò discendono alcune considerazioni politiche – ha aggiunto – l’aver risanato i propri conti pubblici, per una città come Orvieto impegnata ogni giorno sui fronti mediatici nazionali e internazionali, è stato un risultato importante anche sul piano dell’immagine, ovvero la sua ricollocazione a un rango di eccellenza e di buone pratiche che l’annovera , oggi, tra i comuni più virtuosi e che la segnala tra le prime, anzi forse la prima in assoluto, città uscita dalla triste black list dei comuni d’Italia in crisi finanziaria.
Il merito maggiore di questo successo va, indubbiamente, alle famiglie e alle aziende orvietane che hanno dovuto sopportare, negli ultimi anni, un eccesso di carico fiscale, servizi pubblici ridotti e manutenzioni ridotte all’osso.
Alla Politica va il merito minore, seppur affatto scontato, di aver saputo non sprecare, questa volta, i sacrifici imposti dimostrando di saper risolvere, almeno questa volta, i guai che essa stessa aveva provocato.
È stato un percorso complicato e ad esso, va riconosciuto, hanno concorso, già nel corso della passata consigliatura, alcune attività di razionalizzazione e di tagli alla spesa.
È stata una sfida vinta senza intaccare, ulteriormente e per quanto ci ha riguardato, il patrimonio dell’Ente.
È stata una sfida vinta muovendo passi decisivi verso la messa a reddito dei nostri servizi e delle nostre infrastrutture. Insomma quella del risanamento finanziario del Comune è stata una sfida vinta a cui non potevamo rinunciare o indugiare consapevoli che il perdurare del caos finanziario e organizzativo in cui da almeno un decennio si dibatteva il comune di Orvieto non avrebbe consentito a nessuno di affrontare l’altra e ancor più importante sfida, quella del rilancio dello sviluppo economico della città”.